Metodo analitico
La psicoterapia rappresenta la modalità d’intervento che permette di risolvere quei disagi che rendono faticosa la quotidianità.
In un lavoro analitico (in questo caso parliamo di un orientamento psicoanalitico che ha come riferimento teorico l’insegnamento di S. Freud e di J. Lacan) si tenta di annodare il sintomo alla storia del soggetto per capirne l'esordio. Chi si rivolge ad uno psicoterapeuta lo fa perché soffre e di conseguenza parla della propria sofferenza. A volte c'è una domanda già chiara ma spesso la sofferenza è confusa e non si riesce a riportarla ad un sintomo preciso. In questo senso, il lavoro di un analista non è mirato al tipo di disturbo ma piuttosto al soggetto che parla in quanto portatore di quella sofferenza.
La psicoterapia non è una tecnica che mira a uno specifico disturbo, come si tende a credere nell'immaginario comune. La pratica clinica implica l'incontro con il soggetto, un incontro unico e irripetibile le cui conseguenze non possono essere ridotte all'applicazione di una mera tecnica. La psicoterapia indaga le motivazioni inconsce che portano il soggetto ad un certo vissuto al fine di fargli raggiungere una consapevolezza in grado di liberarlo dal loro influsso negativo. Il compito dello psicoterapeuta è quello di dirigere la cura, non il paziente. Uno psicoterapeuta non dà soluzioni o strade da percorrere ma fa emergere elementi.
I metodi di un percorso analitico possono essere applicati anche laddove la domanda di cura non abbia un carattere chiaramente sintomatico. La persona interessata ad ampliare la conoscenza di se stessa scopre di essere altro da ciò che ha sempre creduto di essere, qualcosa che va aldilà dell’ambito della propria coscienza ma che può riaffiorare attraverso le sedute di psicoanalisi.